“Bisogna coltivare il nostro giardino”

(Candide, Voltaire)

Questo blog nasce con l’intenzione di raccogliere testimonianze ed opinioni di tutti coloro che hanno potuto o dovuto toccare con mano la realtà del lavoro stagionale sulla costa romagnola. Lo scopo è quello di creare uno spazio in cui possano emergere le prime voci di denuncia ad un SISTEMA DI SFRUTTAMENTO, da considerare come un vero e proprio SCHIAVISMO ESTIVO che persiste indisturbato da decenni a questa parte.

Questa iniziativa è frutto della consapevolezza che i grandi cambiamenti, da sempre auspicati, possono prendere forma solo attraverso LA CONDIVISIONE delle stesse ingiustizie, L’UNIONE e LA SOLIDARIETA di fronte alla medesima condizione. Ancora più importante è la presa di coscienza, da parte di tutti, della situazione a dir poco critica che i lavoratori dipendenti del settore turismo si trovano a dover accettare, convinti del fatto che le retribuzioni siano dopotutto vantaggiose e dunque il gioco valga la candela. Proprio per sfatare questa concezione diffusa, il blog si propone di INFORMARE tutti i lavoratori appartenenti a qualsiasi categoria del settore sui loro REALI DIRITTI, affinché non venga più tollerato il modo in cui i potentati del turismo si arricchiscono, ignorando la dignità degli instancabili lavoratori i quali, per forza di cose, concepiscono il rispetto del contratto come un miraggio e si trovano a dover subire vessazioni quotidiane e ricatti.

Pertanto il blog vuole sensibilizzare oltre che gli addetti ai lavori, coloro che vivono la situazione dall’esterno e che con remissività si limitano a ritenerla qualcosa di assodato ed immutabile. Tutti sanno che laddove sono state intraprese delle battaglie con decisione, come nel caso dei bagnini di salvataggio, i risultati sono stati ampiamente soddisfacenti.

Invitiamo dunque tutti i naviganti ad usufruire del materiale informativo a disposizione ed a rilasciare il loro contributo descrivendo le esperienze vissute, esprimendo punti di vista ed elaborando proposte, proprio come tante piccole gocce che faranno traboccare il vaso.

lunedì 3 dicembre 2012

CORTEO CITTADINO ORE 8.30 ARCO D'AUGUSTO




MEGLIO CHOOSY CHE POVERI SCHIAVI
 
Giov. 6 dicembre 2012 ore 8.30 Arco d'Augusto Corteo studenti e rpecari:
Meglio Choosy che poveri schiavi!
Il corteo sarà anticipato da un'autoformazione sul tema della riforma Fornero e del lavoro stagionale che riguarda centinaia di ragazzi nella nostra città, vittime dei ricatti e del grave sfruttamento lavorativo nell'industria turistico/stagionale, autoformazione che si terrà martedì 4 dicembre alle ore 17:30 presso la casa della pace in via Tonini 5 (Vicino a P.zza Ferrari). Saranno con noi Sandra Polini e Agnese Cossa dell'ass. Rumori sinistri.
 

La Riforma Fornero ha cancellato la Disoccupazione stagionale. Gli stagionali che hanno lavorato nel distretto del turismo riminese nell'estate del 2012 NON riceveranno nessun assegno.

La Riforma del Lavoro sta rendendo più poveri i camerieri e i marinai di salvataggio (analisi Filcams CGIL).

Nella Provincia di Rimini la maggioranza dei lavoratori stagionali del turismo sono impiegati in modo illegale, subiscono furti del salario e vivono uno stato di Lavoro Gravemente Sfruttato (dati ispezioni INPS e Direzione Territoriale del Lavoro).

Per questo saremo al corteo lanciato dal Collettivo studenti il 6 dicembre – in occasione dello
sciopero generale della Fiom - alle ore 8.30 con ritrovo all'Arco d'Augusto.

Per questo invitiamo tutti studenti, lavoratori stagionali, metalmeccanici e precari a partecipare a questa manifestazione che si pone l'obiettivo di raggiungere l'INPS di Rimini e consegnare al direttore un documento di analisi redatto dopo l'assemblea del 21 novembre sulla Mini aspi e il lavoro stagionale che condivideremo con gli studenti durante il pomeriggio di autoformazione sul tema al quale siamo stati invitati martedì 4 dicembre alle ore 17:30 alla Casa della Pace.

NO alla Riforma Fornero e all'impoverimento degli studenti/Precari e al Lavoro Gravemente Sfruttato. Si al pagamento della disoccupazione stagionale nel 2012.

Comitato Schiavi in Riviera - Associazione Rumori sinistri


domenica 29 luglio 2012

ARTICOLO DEL RESTO DEL CARLINO SU ALBERGATORI EVASORI

I controlli fiscali fanno una ‘strage’, albergatori in testa alla classifica

Il blitz della Finanza





Guardia di Finanza in azione (foto Frascatore)
Guardia di Finanza in azione (foto Frascatore)

Rimini, 24 luglio 2012 - UN BILANCIO da brivido, quello fatto dalla Guardia di finanza dopo il maxi blitz della scorsa settimana. E che rimanda un città dove il 62 per cento degli esercenti controllati (104 su 170) non ha emesso scontrini nè ricevute fiscali, un dato molto al di sopra della media nazionale. In cima alla lista ci sono gli albergatori, seguono titolari di generi alimentari, parrucchiere, barbieri e rivendite di ortofrutta. I più virtuosi? Le gelaterie e i negozi di scarpe. Ma il 62 per cento, sottolineano le Fiamme Gialle, è solo il dato medio, perchè ci sono categorie dove la percentuale è altissima.
SE nella giornata di sabato i militari si sono concentrati soprattutto su centro storico e Marina centro, il giorno dopo hanno battuto da Bellaria a Miramare. Stesse categorie, dai negozi agli alberghi, dalle piadinerie ai generi alimentari. A fare la parte del ‘leone’ in materia di mancate emissioni, questa volta sono stati gli albergatori, 13 hotel su 16 non erano in regola; alimentari 10 su 11, mentre i parrucchieri si sono attestati al 50 per cento. Al bar di un hotel, ci sono andati il primo e il secondo giorno, pizzicandolo senza scontrino entrambe le volte, con grande disappunto del titolare che ha vivamente protestato per l’«ingiustizia», mentre un negozio di bigiotteria aveva emesso 7 scontrini in tutta la giornata con un volume d’affari di 13mila euro in 4 anni.
Singolare anche il sistema studiato in un salone di parrucchieri del centro, dove hanno scoperto che nel computer era stato impostato un programma che separava il ‘nero’ dal guadagno che andava in contabilità. E dopo avere accertato che i soci dell’azienda hanno beni mobili e immobili incompatibili con le loro entrate, i militari hanno deciso di approfondire con una verifica fiscale.
«NON vogliamo andare contro nessuno — dice il comandante provinciale, colonnello Mario Venceslai, rispondendo, fa intendere, alla levata di scudi delle categorie commerciali — sono cose che dobbiamo fare, e visto il risultato lo rifaremo il prima possibile. Questi controlli a tappeto servono a monitorare la provincia, ad avere un panorama delle varie categorie, ma è anche un segnale nei confronti degli onesti. Quanto alla pubblicità che circonda questi blitz, è voluta a livello centrale come azione deterrente».
di Alessandra Nanni

mercoledì 11 luglio 2012

ORDINE DEL GIORNO DI FABIO PAZZAGLIA

UN PASSO IN AVANTI NELLA LOTTA ALLO SFRUTTAMENTO DEL LAVORO STAGIONALE.

PUBBLICHIAMO DI SEGUITO L'ORDINE DEL GIORNO PRESENTATO DAL CONSIGLIERE DI SEL, IN OCCASIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE SUL LAVORO GRAVEMENTE SFRUTTATO, TENUTOSI IL 5 LUGLIO 2012 A RIMINI.

Il documento è il frutto  di  un lavoro di collaborazione tra cittadini, associazioni e movimenti che da anni si battono contro lo sfruttamento del lavoro stagionale, come Rumori Sinistri e il Comitato Schiavinriviera. L'odg è stato ritirato  in attesa di produrne uno complessivo  che contenga e discuta in forma vera le proposte innovative che  sono state presentate, cercando punti di convergenza con la maggioranza. Per questo motivo è stato indetto un  consiglio comunale aperto, previsto per settembre, che vedrà la partecipazione di categorie economiche, sindacali e della società civile. 
E' un segnale di cambiamento importante, dal momento che gli amministratori riminesi non negano più che il lavoro gravemente sfruttato è strutturale ed elemento fondante della nostra economia turistica e si sono mostrati possibilisti nella realizzazione pratica di strumenti nuovi per contrastarlo.
D'ora in avanti dobbiamo far vivere le proposte di Fabio Pazzaglia,  nelle strade e nelle vertenze.
Dobbiamo organizzare volantinaggi di massa per pressare tutti gli schiavisti, non solo gli albergatori.

Possiamo organizzare feste collettive contro gli sfruttatori.





Premessa:
Nella mia interrogazione comunale del 06 giugno, ho riportato le dichiarazioni del dottor Massimiliano Chieppa, Direzione Territoriale del Lavoro, del colonnello della Finanza, Enrico Cecchi e dell’Assessora Regionale Teresa Marzocchi hanno attestato come illustri Istituti statali siano coscienti della pericolosità e della diffusione della pratica del lavoro gravemente sfruttato nel nostro distretto turistico.
In tale occasione l’assessora Nadia Rossi e il Signor Sindaco Andrea Gnassi non hanno inteso sminuire la pericolosità e l’enorme peso quantitativo di tale fenomeno. Hanno comunicato che avrebbero aperto comunicazioni ufficiali con i Sindacati, la locale Direzione Territoriale del Lavoro e la Guardia di Finanza. Il consigliere Renzi, in un intervista rilasciata il 14 maggio 2011 al Fatto Quotidiano, ha inquadrato il fenomeno con una visione di lungo periodo:  “Noi siamo tutti figli del lavoro irregolare. Da ragazzi abbiamo lavorato tutti negli alberghi e certamente nessuno, però era in regola (…) Oggi, nell’ambito di una competizione internazionale, deve riqualificarsi, rispettando le norme contrattuali del lavoro”.
Possiamo affermare, quindi, che i principali Partiti Politici concordano nel fotografare la natura endemica e strutturale del lavoro gravemente sfruttato nelle aziende turistiche. Questa assemblea, insieme alle diverse soggettività presenti nella società riminese, devo sperimentare percorsi che risolvano il problema sul piano concreto e materiale. Dobbiamo, quindi, da oggi, dare risposte concrete ad un fenomeno gravissimo, ormai esplicitato da ogni attore sociale.
Prima di avanzare delle proposte, è bene sottolineare che l’oggettiva fase di crisi dell’economia e la politica di stabilità del governo centrale non possono essere una scusa per spostare in avanti campagne contro l’illegalità diffusa nelle aziende. In merito è bene segnalare che il Comune di Santarcangelo di Romagna ha recuperato x euro attraverso la lotta all’evasione e la DTL di Rimini ha  introiettato 1.316.369 euro dai controlli presso le aziende del terziario nel 2011.
Richieste :
. Rete Istituzionali:
Preso atto che diverse Istituzioni si muovono nella giusta direzione, ma non mettendo a valore al massimo le competenze. Si propone che il Comune di Rimini divenga promotore per istituire un tavolo tecnico, funzionale a creare una rete fra i diversi uffici e Istituzioni. Si intende creare un network permanente partendo dai seguenti soggetti: Direzione Territoriale del Lavoro, Progetto “Oltre la strada”, Provincia di Rimini, Centro per l’Impiego, Sindacati e Guardia di Finanza ed associazioni di volontariato. Dobbiamo saper fare rete, ovvero mettere in campo modalità di lavoro multi-agenzia; se non sarà così ogni operazione ed intervento, seppur frutto di buoni propositi, non potrà incidere significativamente sullo stato d’illegalità che caratterizza le imprese turistiche.
Aiutare l’emersione dell’illegalità
·         Preso atto che il lavoratore che accetta condizioni di iper-sfruttamento (mancanza giorno libero, 70 ore di lavoro alla settimana e paga oraria di circa 3/4 euro) è un soggetto doppiamente debole: oltre ad essere un lavoratore subordinato è spinto dal mercato del lavoro e dal proprio bisogno monetario di accettare condizioni di lavoro pessime.
Il Comune di Rimini potrà mostrare il suo impegno per la promozione della legalità e del rispetto del Contratto Nazionale del settore sforzandosi di stanziare un fondo ad hoc per garantire una degna sopravvivenza ai lavoratori e alle lavoratrici sfruttati che fanno emergere le condizioni di paraschiavismo in attesa che gli stessi e le stesse possano trovare impiego in altre aziende. Il fondo, quindi, dovrebbe proteggere questi lavoratori che sporgono denuncia, garantendo loro un primo sostegno economico, nelle more dei tempi di attesa per la risoluzione delle vertenze presso la DTL e le organizzazioni Sindacali. Inoltre tali lavoratori dovrebbe esser assistiti attivamente e sostenuti nella ricerca di un nuovo impiego, attraverso gli sportelli territoriali compreso quello del Centro per l’Impiego di Rimini. Il Comune si deve impegnare nel sostenere ed implementare i servizi territoriali già esistenti come il Progetto "Oltre la strada" dedicato a persone vittime di grave sfruttamento e coordinato a livello regionale dall'Assessorato alle Politiche sociali e a livello locale in capo all'Azienda Usl di Rimini “Progetto Help”;
 Forze operative e repressione dell’illegalità tipica del lavoro gravemente sfruttato
  • Preso atto che il comune di Rimini impiega da anni un numero rilevante di vigili urbani per contrastare il fenomeno del cosiddetto commercio abusivo sulla spiaggia. Visto che tali dipendenti del Comune di Rimini operano in sinergia con gli altri corpi delle forze dell’ordine, si propone che un numero almeno uguale di Vigili operino in pianta stabile per combattere l’evasione contributiva, il lavoro nero o gravemente sfruttato, in sinergia con la DTL, i Carabinieri e la Guardia di Finanza segnalando i casi che necessitano di protezione e assistenza al servizio territoriale preposto (Progetto Oltre strada/Progetto Help). Il Comune si deve impegnare a individuare dei parametri di sfruttamento dei dipendenti (es.: paga oraria inferiore ai 5 euro,  orario settimanale superiore alle 65 ore, ecc.) che una volta rilevati, obblighino l'azienda ad auto-correggersi pena l'inasprimento della tassazione fino all'eventuale chiusura.
Il 20 % della tassa di soggiorno
Preso atto che la ricchezza prodotta dal settore del turismo è in ascesa, visti i dati positivi dell’anno 2011. Considerato che dal prossimo autunno il Comune di Rimini inizierà a incassare i proventi della tassa di soggiorno e il lavoro irregolare, ampiamente documentato dal DTL di Rimini, è una sottrazione di denaro ai lavoratori stagionali. Proponiamo che almeno il 20% delle entrate della tassa di soggiorno siano ridistribuite fra i lavoratori stagionali dipendenti del distretto del turismo in diverse forme, ed in particolare il fondo sopraindicato, per aiutare fattivamente tutti coloro che vogliono sottrarsi alla condizione di gravissimo sfruttamento lavorativo e ricevere protezione dalle minacce degli sfruttatori onde non rimanere privi di risorse economiche per aver denunciato alle Istituzioni dello Stato le pratiche assoggettamento e le illegalità subite. 
Marchio di qualità.
  • Vista la stretta relazione esistente fra il Comune di Rimini e l’Associazione Albergatori Italiana – sezione di Rimini (AIA). Preso atto che si deve favorire uno sviluppo sostenibile del turismo e promuovere le aziende che realizzano il loro business nel rispetto dei diritti dei lavoratori della legalità. Si propone di mettere in cantiere la creazione di un marchio di qualità (similare ad altri istituti che indicano il rispetto dell’ambiente), e nello specifico si propone di richiedere alla Presidentessa dell’AIA (Patrizia Rinaldis) di trasmettere a questa assemblea i nomi degli albergatori rispettosi del Contratto Nazionale e di tutti i diritti dei lavoratori, e del pagamento al 100 % dei contributi entro tre settimane dal presente Consiglio Comunale.
  • Campagna culturale:
  • Si propone che la Giunta del Comune di Rimini e il Consiglio Comunale si attivino fattivamente per la promozione di una campagna comunicativa, fin da domani, funzionale a invitare i turisti ad evitare le aziende turistiche che pratichino l’illegalità e l’ipersfruttamento dei propri dipendenti. In questa direzione si potrebbero realizzare cartoline da distribuire in spiaggia, affiggere manifesti e realizzare feste a tema, con la presenza di artisti e dj, visto che questa Giunta Comunale ha mostrato la propria capacità sul piano comunicativo e di organizzazione di eventi di grande richiamo nazionale come la Molo street Parade e la Notte Rosa.

lunedì 2 luglio 2012

COMUNICATO STAMPA 02/10/2012

BENVENUTI IN RIVIERA MA.. OCCHIO AL FURTO!

Ringraziamenti: un caro saluto a Rymond Solfanelli per la realizzazione grafica del manifesto

   
 Continua la campagna del Comitato Schiavinriviera contro lo sfruttamento del lavoro stagionale.
    ll nuovo manifesto recita “Occhio al furto!” e  vuole ribadire  le condizioni insostenibili che devono accettare i lavoratori e le lavoratrici stagionali della riviera romagnola: 80 ore settimanali, assenza di  giorno libero, per un salario che nemmeno si avvicina alle tariffe previste dal contratto nazionale, calcolate sulla metà delle ore (fino a 48) e un giorno di riposo. Il nuovo poster del Comitato è presente sulle plance nei comuni di Rimini e Riccione da questo week end.                                                                
    La maggioranza dei lavoratori stagionali, seppur con cifre e percentuali differenti, subiscono un furto rispetto al contatto nazionale e l’integrativo provinciale. Al medesimo tempo sappiamo che solo una minoranza dei lavoratori tenta di recuperare il denaro. In prima istanza perché manca un’informazione precisa e dettagliata su questo aspetto. Inoltre i lavoratori dipendenti non denunciano lo sfruttatore/ladro poiché vivono un rapporto di subordinazione, tanto più che la loro sopravvivenza, ovvero la capacità di pagare l’affitto e le bollette della luce, dipende dal misero salario che percepiscono dal medesimo sfruttatore.
    Nel tentativo di intervenire su questo stato di cose, in queste settimane stiamo fornendo un ausilio materiale a tutti coloro che si preparano ad organizzare le vertenze sindacali, consigliando di denunciare il prima possibile il proprio furto all’ispettore del lavoro. 
    Spesso il contratto è inesistente, tanto più nel caso di lavoratori migranti, oppure “a chiamata,” un espediente utile a nascondere un rapporto di lavoro subordinato, continuativo e ipersfruttato.
    Un vero furto, quindi, ai danni di chi lavora e sostiene il sistema turistico, ma anche a scapito di tutti i cittadini che potrebbero avere maggiori servizi e welfare sul territorio, se Rimini non risultasse tra le città con il reddito più basso dichiarato. Basti pensare a quanto evasione fiscale e lavoro nero o grigio siano strettamente correlati, sviluppando un circuito perverso per cui le amministrazioni locali non intervengono sul nodo del lavoro grigio per non attaccare la pratica dell’evasione fiscale, e viceversa.
    Qualche segnale di cambiamento arriva dalla città di Rimini. Il 5 luglio, a seguito dell’interrogazione comunale promossa dal consigliere di SEL Fabio Pazzaglia, è stato indetto un consiglio comunale tematico per discutere sugli strumenti da adottare per contrastare questi atavici problemi.
    Ci auguriamo che la Giunta Comunale riminese mostri la reale volontà di raccogliere le proposte di Pazzaglia, che sono poi le stesse richieste di chi, lavorando nella stagione estiva, non è ancora nelle condizioni di evitare trattamenti paraschiavistici, senza alcuna tutela e in balia del ricatto.
    Sono richieste di legalità, che si stanno levando in maniera sempre più forte e corale, grazie anche all’attività di altri movimenti come Rumori Sinistri o il Coordinamento per un'altra economia riminese, ma anche a tutti quelli che hanno deciso di dire basta a questo sistema.
    Se queste richieste fossero ignorate, per i politici locali significherebbe prendere le parti degli sfruttatori e dei furbi, che da cinquant’anni a questa parte si sono arricchiti sulle spalle della collettività e del bene comune.
    Se queste urgenze fossero ancora una volta procrastinate, equivarrebbe a dire che “legalità” è una parola vuota, una formula retorica utile soltanto ad alimentare paure verso i migranti, divenendo ufficialmente un concetto rispolverato e utilizzato solo all’occorrenza, per tutelare interessi particolari.
    Diamo appuntamento a tutti al consiglio del Comune di Rimini sul tema del lavoro gravemente sfruttato giovedì 05 luglio alle ore 18.00



Comitato Schiavinriviera.


martedì 19 giugno 2012

ACRE-TURISMO

SEGNALIAMO UN APPUNTAMENTO DA NON PERDERE
IL 23 GIUGNO ASSEMBLEA PUBBLICA SU LAVORO STAGIONALE, EVASIONE FISCALE E TURISMO SOSTENIBILE

mercoledì 6 giugno 2012

INTERROGAZIONE DI FABIO PAZZAGLIA AL SINDACO DI RIMINI

L'INTERRROGAZIONE DI FABIO PAZZAGLIA:
 Nuovi strumenti decisivi per contrastare lo sfruttamento e marchio di qualità.
 (da newsrimini.it)
Turismo e sfruttamento del lavoro.Interrogazione al sindaco di Pazzaglia
Alla luce degli ultimi casi di sfruttamento del lavoro, soprattutto legato agli extracomunitari, il consigliere di SEL - Fare Comune Fabio Pazzaglia chiede chiarimenti al sindaco di Rimini. L'interrogazione sarà presentato nel consiglio comunale in programma oggi alle 18.
pazzaglia_fabio.jpg
RIMINI | 05 giugno 2012 | 15:27
Il testo dell'interrogazione del consigliere Fabio Pazzaglia:
Signor Sindaco,
intendiamo porre alla Sua attenzione il tema del lavoro gravemente sfruttato nelle aziende turistiche del territorio comunale. Le caratteristiche strutturali del lavoro stagionale nelle aziende che sfruttano i lavoratori sono di pubblico dominio:
violazione sistemica del Contratto Nazionale del Lavoro nel Commercio,
mancanza del giorno libero,
numero di ore lavorative doppie rispetto al contratto,
paga oraria inferiore ai 5 euro
elementi di lavoro “paraschiavistico”.


E’ bene citare in questa aula i contributi di alcuni autorevoli soggetti istituzionali impegnati nella lotta all’illegalità diffusa nelle aziende turistiche.
Il dottor Massimiliano Chieppa, Direzione Provinciale del Lavoro, ha dichiarato che: “Il lavoro irregolare è un cancro diffuso. Nelle aziende si nasconde un malcostume endemico, legato purtroppo anche a un fattore culturale di questa zona. Il 70-80 per cento delle attività che controlliamo ha infatti delle irregolarità".
Il colonnello della Finanza, Enrico Cecchi, sul primato negativo degli hotel nell’emissione di scontrini o fatture ha detto che: “su 205 ispezionati 178 sono risultati irregolari. Certi imprenditori pensano che i contributi siano soldi persi. È un problema culturale.” Ed ha aggiunto: “Con l’aumentare delle presenze turistiche cresce anche il ricorso a forme di lavoro non regolare. Spesso, dove c’è un’irregolarità fiscale, si riscontrano anche casi di lavoro sommerso”.
L’Assessora regionale, Teresa Marzocchi, sulla piaga del lavoro para-schiavistico ha dichiarato che: “Il lavoro para-schiavistico è un fenomeno in crescita ma, per molti motivi, difficile da far emergere. La paura di queste persone, per lo più immigrati, è di essere denunciati a causa della loro condizione di clandestinità, e la scarsa conoscenza dei loro diritti aggrava la situazione. Le forme di grave sfruttamento in campo lavorativo, soprattutto in questo periodo di crisi economica, sono in crescita anche nella nostra regione”.

Nelle ultime settimane sono diversi i casi sul territorio provinciale che attestano l’innalzamento della violenza subita dai lavoratori. Ne citiamo solo un paio:
un migrante senegalese è stato malmenato dal proprio sfruttatore. La sua “colpa”: aver richiesto il salario.
una giovane lettone è stata ridotta in stato di schiavitù dalla sua sfruttatrice che la teneva reclusa in casa a 50 euro a settimana per lavorare in nero come collaboratrice domestica e come barista. La sfruttatrice, oltre al sequestro di beni e documenti personali, aveva la pretesa che la lavoratrice firmasse un contratto retrodatato con condizioni di "schiavismo legalizzato", configurando reati come la servitù domestica (sempre più diffusa), l’estorsione e la riduzione in schiavitù.

Signor Sindaco,
siamo all’inizio della stagione estiva, ed abbiamo il timore, ampiamente documentato, che l’illegalità diffusa nelle aziende turistiche si possa trasformare in violenza esplicita contro i lavoratori. Fino ad ora non abbiamo avuto modo di osservare una chiara presa di posizione da parte Sua contro quelle aziende che fanno carta straccia del Contratto Nazionale del Lavoro del Commercio. Per questo motivo vorremmo da Lei delle risposte alle seguenti domande contenenti anche alcune nostre proposte:
La Sua Giunta ha aperto un tavolo tecnico con i sindacati, la DPL, la GDF e le categorie dei datori di lavoro sul tema del lavoro gravemente sfruttato nel settore del turismo? Se sì con quali risultati?
Qual è l’impegno, concreto e specifico, contro l’evasione strutturale dei contributi lavorativi?
Perchè la Giunta non decide di sostenere i lavoratori che vogliono denunciare le illegalità subite, attraverso un fondo che potenzi l'attività degli sportelli di ascolto e supporto presenti sul territorio?
Perchè non implementa servizi già esistenti come il Progetto "Oltre la strada" dedicato a persone vittime di grave sfruttamento e coordinato dall'Assessorato alle Politiche sociali della Regione Emilia Romagna?
Perché non si individuano dei parametri di sfruttamento dei dipendenti (es.: paga oraria inferiore ai 5 euro, orario settimanale superiore alle 65 ore, ecc.) che una volta rilevati, obblighino l’azienda ad autocorreggersi pena l'inasprimento della tassazione fino all'eventuale chiusura?
Per andare in questa direzione perché il Comune non redige una lista di aziende con alto livello di sfruttamento, richiedendo i risultati dei controlli della DPL e delle vertenze dei sindacati?
Per le aziende che invece rispettano le norme sancite dal contratto nazionale un progetto interessante potrebbe essere il “Marchio di Qualità”. Per questo motivo Le chiediamo la lista delle aziende turistiche rispettose dei diritti dei lavoratori stagionali. Un elenco di imprenditori virtuosi nel settore turistico, coi quali si possa costruire insieme il “Marchio di qualità”.

Signor Sindaco, abbiamo chiesto che ci rispondesse Lei perchè si tratta di un tema scottante. Occorrono al più presto azioni concrete contro il lavoro gravemente sfruttato nelle aziende turistiche. Altrimenti i cittadini saranno legittimati a pensare che il Sindaco non stia facendo nulla contro gli sfruttatori. Anche questo è un modo per favorirli.
491741

domenica 20 maggio 2012

STORIE DI LAVORO STAGIONALE

Non so nemmeno io da dove iniziare, se dalla situazione attuale o daprima vi basti solo sapere che ho iniziato a far stagioni a 18 anni,come commessa, poi siccome la sera volevo uscire ho optato negli anni successivi a cameriera di sala.
Hotel a Marina Centro, Rimini, gestione famigliare. Primo anno: apprendista turni a giorni alterni, un giorno 7:30 14:30 e quello dopo 9:30/14:30 19/21:30 stipendio 800euro
Secondo anno: apprendista orario 10/14:30, 18/21:30 paga 1050 euro
Terzo anno: apprendista, turni come il primo anno paga 1150 euro, il personale comincia a vacillare, alcuni se ne vanno, il padre della proprietaria fa avanti ed indietro dall'ospedale io mi devo sobbarcare la sala, andare a stendere e fare qualche camera tantolabiondaèbravaèdicasaeunamanoceladàsempre.
Quarto anno e quinto anno: divento operaia, specifico che ho bisogno di qualche soldo in più, sono di famiglia e mi faccio un culo che la metà basta oltre a prendermi i vari insulti per il resto del personale scadente, mi rispondono che:più di 1500 euro non si può fare e che i miei turni sono 7:30/14:30 o quando si finisce, 18:30/21:30. In queste due estati, le colazioni le facevo da sola, due sale, avanti ed indietro ho perso 22kg. Chissà poi perchè...
Quest'anno, rimango a casa in maternità, in inverno cerco e ricerco,non trovo nulla. Mi faccio due conti, la ditta di mio marito sta per chiudere i battenti lasciando 140 operai a casa, io dove vado? Vado a far la stagione, nel solito albergo, perchè quest'anno son diventata mamma e ho bisogno ed ho messo su i coglioni e e e e dai mi daranno di più ectectect
Lavoro dalle 9 alle 14:30 e dalle 19 alle 21:30, però siccome gli altri due camerieri son lenti mi tocca andare per le sei e mezza la sera, mi affogo nel far le cose, perchè gni giorno c'è una pulizia da fare (compresi i vetri), ed il buffet da preparare (insalata, rucola, verze, pomodori, carote, rape, mais, cipolla con tonno, radicchio e funghi) ovviamente tagliare e lavare; ilgiovedì e la domenica si aggiungono i crostini, nei week arrivano i parenti della clientela e da 70 passiamo a 100, il mio rango cresce, e quando parto non vedo la fine. Ma devo correre, lanciare i piatti e non dar tempo alla gente di finire di mangiare, se alle tre voglio esser a casa dalla mia bimba. Caccio indietro lacrime, perchè se la cucina non ha cotto, se il gelato non è stato tirato fuori, se qualche madonna non è uscita la colpa è la mia. Tutto ciò per 1450 euro al mese. Fino al 20 di giugno ci sono state 50 persone e la ragazza delle colazioni era a scuola, perciò colazione, ranzo e cena tutto da sola, ho iniziato il 31 di maggio,messa in regola il 12 di giugno; il 12 di luglio mi èp arrivato lo stipendio "allora, 1450 diviso 30 fa 48, perciò 1450 più 48 fa 1498 euro ecco il tuo stipendio" TANTO SONO DI FAMIGLIA!

 

sabato 19 maggio 2012

STORIE DI LAVORO STAGIONALE

CERCASI RECEPTIONIST
Occhio alle promesse!
19/06/12
    Dall’Egitto, in cui mi trovavo a risiedere, inviai curricula in Italia, per eventuale stagione estiva come addetta alla reception, professione da me già svolta in diverse occasioni in passato.
    Il Direttore di una grande struttura sul Lago delle Nazioni (FE) mi rispose nell’arco di poche ore, chiedendomi di contattarlo al più presto perché interessato. Mi propose un buono stipendio e mi ripeté che sarei stata inquadrata come da contratto collettivo nazionale del lavoro. Io misi in chiaro che sarei rientrata in Italia solo se assunta per la stagione. Lui mi rispose che era esattamente quello che stava richiedendo lui e che i dieci giorni di prova da contratto sarebbero stati solo una formalità. Richiesi copia del contratto, ma ricevetti solo un contratto proforma, non compilato.
    Il Direttore mi ripeté che avrei dovuto fidarmi, poiché si trattava di un’azienda seria e conosciuta. Rifiutai una proposta di lavoro sul Mar Rosso, mi diedi parecchio da fare per mettere una persona nel mio appartamento fino all’autunno, per suddividere l’affitto e sistemare la mia gatta, sistemai altre decine di cose dove vivevo, cercai un volo velocemente e partii.
     Purtroppo, una volta rientrata, impegnata casa mia in Egitto fino all’autunno, acquistati il volo e relativi indumenti e scarpe richiestimi, il contratto che mi si propose non corrispondeva ai punti descritti per email. Rispetto allo stipendio previsto di “1.400 euro netti” si parlava di circa “1360 euro lordi”, e il livello di inquadramento era un “sesto”. Una cosa che nei miei 12 anni di esperienze nel turismo non mi era mai capitata, nemmeno al primo impiego. Quello che ci viene richiesto in reception è da terazo o mal che vada quarto livello, lo si può benissimo controllare sul CCNL (responsabilità cassa, conoscenza lingue, conoscenza software di gestione alberghiera, gestione manutentori e housekeeping, back office, front office...).
    Firmai comunque, perché avevo già lasciato tutto per questo posto. Dopo pochi giorni, chiesi al Direttore di potergli parlare un attimo e gli feci gentilmente presente le divergenze esistenti tra le sue comunicazioni via email e il contratto reale. Più che altro per capire, e senza alcuno spirito polemico, come gli spiegai in più occasioni. Purtroppo, da quel preciso momento l’atteggiamento del Direttore nei miei confronti cambiò. Feci il mio lavoro normalmente e credo a dovere, come testimoniano anche le numerose traduzioni effettuate sui computer dell’azienda. 
    Al decimo giorno di prova il Direttore mi disse, lasciandomi letteralmente di stucco, che non era ancora sicuro sul mio conto e che inoltre si sarebbe concesso altri due giorni in cui dovevo restare solo in attesa della sua sentenza. Quel giorno gli chiesi se potesse farmi sapere su cosa vertevano i suoi dubbi su di me.
    Il Direttore mi rispose con diverse affermazioni vaghe. Mi disse che: 1. Quello che è scritto è esattamente quello che cercava (una falsità evidente visto il CCNL); 2. Che il fatto che mi fossi presentata da lui il terzo giorno “con tutti quegli incartamenti” (il mio contratto e il CCNL) era a suo avviso “un atteggiamento quantomeno strano”; 3. che ero troppo fiscale e che avrei dovuto fidarmi delle sue parole; 4. che il fatto che non mi fidassi dell’azienda a priori non costituiva per me certo un buon inizio.
    Quanto ai motivi ufficiali per mettermi a casa in “sospensione”, il Direttore disse che non c’entravano niente il mio lavoro o il mio operato (per questo avrebbe dovuto consultarsi con il Capo-Ricevimento, che era in riposo da due giorni), ma che si trattava di una sua “idea generale” sulla persona, che riguardava come mi muovevo e come camminavo. Aggiunse addirittura, dopo aver insistito perché iniziassi la stagione prima del previsto, che per lui era difficile valutarmi in qualità di addetta alla reception, visto che l’hotel era ancora chiuso. In effetti, ero stata assunta per un ruolo e ne stavo svolgendo un altro.
    Alla fine, dopo due giorni mi scrisse che non avevo superato i dieci giorni di prova perché “non adatta” a svolgere la mansione di receptionist come se l’aspetta lui (a struttura ancora chiusa).
    Ora, vorrei solo far notare il danno procuratomi con tanta nonchalance da questa persona, che mi ha chiamata con insistenza dall’estero per poi lasciarmi a casa senza motivi validi. Quando per email gli dissi che avevo tutte le intenzioni di rivolgermi a sindacati e Ispettorato del Lavoro, il Direttore mi fece una lunga telefonata per rabbonirmi.
    Al telefono mi disse anche quanto segue, smentendo la sua versione precedente del perché io non fossi idonea a lavorare presso di loro: “Non sei all’altezza del curriculum che ho letto (Ndr. tutto reale e verificabile); “Le colleghe riportano mancanze tecniche” (Ndr. non era ancora partito un serio affiancamento ed era la sottoscritta ad andare sempre a chiedere cosa ci fosse da svolgere, perché non iniziassero a insegnarmi a usare il sistema gestionale e a prendere appunti sulle caratteristiche dell’hotel e su ciò che dovessi dire al telefono); “Perché hai fatto domanda come addetta alla reception se non sei all’altezza? Avevo letto di questa persona che parlava tedesco…” (Ndr. mai messo alla prova il mio tedesco, che è eccellente e lo posso dimostrare in qualunque momento); “Ti è sempre stato risposto in maniera esauriente a ogni tua domanda, ti abbiamo invitata” (Ndr. cosa che alla sottoscritta ha detto due volte, come se fossi un’ospite)…
    A due giorni dalla fine di tutto, con me a spasso in una Ferrara in cui nel 2012 non si trova lavoro nemmeno a far le pulizie o in campagna, ricevetti via raccomandata una comunicazione in cui lo stesso Direttore, mentre mi diceva che non ero adeguata, mi modificava l’inquadramento, a contratto concluso, da “sesto” a “terzo livello".
    Nel frattempo, questo carissimo Direttore mi ha fatto perdere l’intera stagione estiva 2012, in quanto le altre strutture sono tutte già al completo di personale e chi era in prova ha già passato anche quel periodo. A volte ringrazio solo Dio del fatto di non avere figli, ma certamente il Direttore di questa struttura non si è nemmeno chiesto se avessi qualcuno a carico. Vedete un po’ voi, io non ho più parole… 
Sonia


giovedì 21 luglio 2011

IL VIDEO "SCHIAVINRIVIERA"

   Dal 2008 il Comitato Schiavinriviera denuncia e combatte lo sfruttamento dei lavoratori del turismo della Riviera Romagnola, facendo emergere le condizioni di schiavismo cui sono sottoposte migliaia di persone, nella totale indifferenza delle Istituzioni.
   Consapevoli dell’importanza dell’arte come mezzo per percepire ed elaborare le urgenze della realtà quotidiana, abbiamo realizzato questo cortometraggio, forte ed essenziale. Partendo dalla dimensione del gioco, il video contrappone un sistema che non rispetta alcuna regola morale e brucia l’estate di moltissimi giovani e non.
   Per sensibilizzare i cittadini ed informare i lavoratori stagionali sui loro diritti negati abbiamo creato un blog, grazie al quale molti lavoratori hanno potuto raccontare in forma anonima le proprie esperienze e chiedere consigli.
   Ora serve la forza per pretendere la legalità ed ottenere il cambiamento.
   Per questo, il Comitato Schiavinriviera invita i cittadini ed i lavatori stagionali a descrivere precisamente le condizioni di lavoro in particolari aziende, ed offre il proprio supporto nella segnalazione di irregolarità al servizio ispettivo e nell’organizzazione di vertenze sindacali.
Il video è stato ideato e diretto da Lele Marcojanni.
Le musica è di Glauco Salvo.
Ad entrambi va un sentito ringraziamento.

       BUONA VISIONE








giovedì 30 giugno 2011

LA CAMPAGNA 2011.

SI PARTE!!!

















Oggi 30 giugno sulla costa Romagnola tornano i manifesti gialli “Cercasi Schiavo.”
Abbiamo arricchito la campagna di comunicazione, organizzando un camion vela che sfila per le strade di tutta la riviera, con uno slogan che riprende l’ormai famoso manifesto. Siamo alla terza stagione di comunicazione; i motivi di fondo della sfida permangono, dato che la maggior parte delle aziende turistiche impongono condizioni paraschiavistiche, violando i diritti sanciti dal contratto nazionale.

Abbiamo costruito una nuova narrazione del lavoro nel distretto turistico della Riviera Romagnola. Nell’estate 2011 tutte le forze politiche  hanno ammesso che negli ultimi decenni si è usata l’illegalità diffusa per rendere “virtuali” i diritti di cittadinanza e dei lavoratori nella maggioranza delle aziende turistiche romagnole.

Diverse decine di camerieri e commesse hanno narrato, usando la rete o la carta stampata, le proprie condizioni di lavoro disumane e l’immoralità del titolare d’azienda. La nuova narrazione ha fornito di senso all’azione rivendicativa dei singoli, producendo il raddoppio delle vertenze sindacali e l’emergere di nuovissime forme di resistenza. Ciò dimostra che la scommessa politica, iniziata tre anni fa, era sensata e necessaria in Romagna. Il problema è territoriale, e collaborando con i soggetti del territorio che si dichiarano contro lo schiavismo può essere risolto.

Ora sentiamo il bisogno di tornare all’inchiesta, usandola come strumento di miglioramento delle condizioni di lavoro: raccogliendo il maggior numero possibile di storie, cercheremo di capire quali tattiche adottare per continuare ad ottenere risultati positivi per i lavoratori.

Per questo motivo, invitiamo tutti i lavoratori ad iniziare due pratiche: da un lato autoformarsi sui propri diritti e dall’altro redigere un diario, appuntando tutte le ore lavorative e segnando precisamente tutti i diritti resi “virtuali” dal datore di lavoro. Tale diario sarebbe uno strumento utile per denunciare la situazione di sfruttamento personale e dei colleghi all'ispettorato del lavoro.



giovedì 23 giugno 2011

I TUOI DIRITTI



I DIRITTI DEI LAVORATORI STAGIONALI

La vostra situazione è regolata dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro per i dipendenti del settore turismo. Cari schiavi,ci sono alcuni semplici e chiari articoli che dovreste conoscere.L'Art 81 dice che avete il diritto di essere riassunti, la stagione successiva, nell'albergo dove lavorate, con almeno la stessa qualifica.Entro 3 mesi dall'ultimo giorno di lavoro (secondo contratto) dovete spedire al datore di lavoro una raccomandata con ricevuta di ritorno in cui specificate la vostra intenzione di esercitare il diritto di precedenza per la stagione successiva. Potete anche presentare il modulo a mano e farvelo consegnare firmato e timbrato (lo trovate sopra questo post). In questo modo non dovrete più avere alcuna paura di perdere il lavoro. Infatti il non rispetto di questo diritto equivale ad un licenziamento senza giusta causa.Questo è niente. Tenetevi forte schiavi. Gli articoli che vanno dal 199 al 230 dicono che voi avete gli stessi diritti di un lavoratore stabile. Cioè voi avete diritto alla tredicesima mensilità, voi avete diritto alla quattordicesima mensilità, voi avete diritto alle ferie( retribuite se non godute). Ovviamente tutto in proporzione al periodo di lavoro prestato.Avete tempo di leggere ancora un po o dovete correre a finire le vostre 12 ore di lavoro quotidiano, schiavi? L'Art 97 dice che voi dovete lavorare 40 ore a settimana, con un giorno libero e che al massimo potete fare 8 ore di straordinari a settimana!!!!Queste ore di straordinario devono essere pagate il 30% in più delle altre, mentre le ore lavorate durante una domenica o un giorno di festa il 20% in più.Per chi fa il portiere o comunque per tutte le ore lavorate da mezzanotte alle 6 del mattino la retribuzione è maggiorata del 60%.Lo sapevate?Ma voi ora state pensando: "e si vabbe!, figurati chi rispetta le regole, e poi noi preferiamo lavorare di più, PERCHE' COSI' PRENDIAMO DI PIU'" Allora provate a leggere le tabelle salariali. Quanto vi danno i vostri cari datori di lavoro?1400 euro al mese? 1600? 1700?E VI SEMBRA TANTO SCHIAVI? AVETE VISTO CHE QUELLE CIFRE, PIU' ESATTAMENTE 1625,69 PER UN CAMERIERE DI QUINTO LIVELLO, LE DOVRESTE PRENDERE PER LAVORARE 40 ORE A SETTIMANA? CON UN GIORNO LIBERO?Perchè dovete calcolare anche tutti quegli elementi (Tfr, ferie, tredic. quattord.) previsti dal contratto e dalle leggi.Voi prendete, se va bene, gli stessi soldi per lavorare 80 ore a settimana. Gli schiavi più intelligenti di voi staranno pensando "SI, E' VERO, MA LORO CI DANNO ANCHE DA MANGIARE E DA DORMIRE"Perchè questo è quello che i cari albergatori vi fanno pesare sul piatto della bilancia, e vi dicono che se doveste affittare una stanza ora, con i prezzi che ci sono, spendereste una cifra molto alta. Sapete perchè dicono così?PERCHE' NON SAPETE CHE IL VITTO E L'ALLOGGIO HANNO DEI PREZZI CONVENZIONATI PER LEGGE E FRUTTO DI ACCORDI FRA LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA DEGLI ALBERGATORI E DEI DIPENDENTI. NON SAPETE CHE NON VI STANNO REGALANDO PROPRIO NIENTE. Avete ancora un po di tempo? Volete sapere questi prezzi?Un pasto (pranzo o cena) costa 0,70 euroUna prima colazione costa 0, 12 euroUn pernottamento costa 0, 75 euro, Tutto da scalare dalla busta paga. Avete voglia di fare due conti? Prendiamo carta e penna, calcolatrice alla mano e proviamo a calcolare quanti soldi vi rubano i vostri cari amici albergatori: Prendiamo il caso più comune, un cameriere, un barista, un tuttofare, una cameriera ai piani che lavora 12 ore al giorno. Considera le tariffe di cui sopra e quanto ti deve essere pagato lo straordinario e il festivo. Partendo dalla paga base, calcolado che lavori 84 ore a settimana fai un rapido calcolo. Sottrai quei 68,1 euro che gli devi tu per il vitto e l'alloggio.............................................si, il conto è giusto, dovresti guadagnare più di 3000 euro al mese. Oppure 1615, 69 senza straordinari, con un giorno libero e 40 ore a settimana. Sappiamo che voi lavorate in media 10, 11 o 12 ore al giorno, sappiamo che non avete il giorno libero, sappiamo che lo fate perchè non avete alternative, sappiamoo che da dove venite voi la situazione è peggiore, sappiamo che se alzate la testa rischiate di restare a casa. Ma ora anche voi sapete: Voi sapete i vostri diritti, Voi sapete che non vi regalano proprio niente, Voi sapete che lavorate come schiavi, Voi sapete che se alzerete la testa sarete rispettati, Voi sapete che se avrete il coraggio di fare vertenza la vincerete, Voi sapete che se vi rivolgerete ad una qualsiasi organizzazione sindacale vi aiuteranno, Voi sapete che avrete il diritto di precedenza per l'anno successivo e le minaccie dei datori di lavoro vi faranno solo ridere. Non siamo sindacalisti, siamo solo un gruppo di ragazzi che hanno alzato la testa e ora siamo trattati come esseri umani e non come schiavi. Siamo solo stufi dei cari imprenditori turistici di questa zona. Cari, troppo cari, se guardiamo quanto costano ai loro dipendenti
Etichette: I tuoi diritti

INTERVISTA A MASSIMILIANO CHIEPPA, DIRETTORE DELL'ISPETTORATO DEL LAVORO DI RIMINI.

23/08/10
Lavoro nero

Sulla Riviera romagnola
ora i lavoratori denunciano di più

di Matteo Marini
Parla Massimiliano Chieppa, direttore del servizio ispettivo del Dipartimento del lavoro di Rimini: nella costa delle vacanze le condizioni di impiego irregolare non sono un eccezione, ma un cancro diffuso. Per ragioni economiche e culturali

"Il lavoro irregolare è un cancro diffuso. Il gruppo alberghiero dei Coppola ora è sotto esame, ma dietro di loro si nasconde un malcostume endemico, legato purtroppo anche a un fattore culturale di questa zona. Il 70-80 per cento delle attività che controlliamo ha infatti delle irregolarità". Così Massimiliano Chieppa, direttore del servizio ispettivo del Dipartimento provinciale del lavoro di Rimini, commenta le ragioni delle proteste dei lavoratori stagionali della Riviera. I casi degli hotel Mosè di Torre Pedrera, del Maracaibo di Rivazzurra o del K2 di Cesenatico, secondo Chieppa, finiscono per essere un capro espiatorio. Additati come l'eccezione dagli altri operatori all'interno di un panorama che si vorrebbe lindo e immacolato.

Dottor Chieppa, gli ispettori del lavoro in provincia di Rimini sono sufficienti? E come operano?

Fino al 2006 la situazione era tragica, eravamo 5 o 6, assolutamente insufficienti per le oltre 4.000 attività della provincia da controllare. Poi, in seguito a concorsi sono state effettuate numerose assunzioni. Ora siamo 26, compreso il nucleo ispettivo che fa capo ai Carabinieri. Diciamo che ci attiviamo in due modi: su segnalazione da parte dei lavoratori oppure di nostra iniziativa, nei confronti di aziende che già abbiamo nel mirino per i loro precedenti.

I risultati?

Fino all'80 per cento delle imprese che visitiamo mostrano irregolarità. È un dato allarmante. Va precisato però che agiamo su segnalazione o su realtà che già ci sono note.

Quello che è successo negli hotel del gruppo Coppola secondo lei fa parte davvero di pochi casi isolati?

No, è un cancro diffuso. Ora si prendono di mira i Coppola ma sono come un capro espiatorio dietro il quale si nasconono tutti gli altri. Non sono un'eccezione. Quest'anno però abbiamo notato un mutamento nelle denunce da parte dei lavoratori.


Sono di più?


Di solito la maggior parte delle denunce arriva all'inizio della stagione e del rapporto di lavoro, oppure alla fine, quando, una volta risolto il rapporto, il lavoratore pensa che siano stati violati i suoi diritti e per questo decide di denunciare. Quest'anno invece a luglio c'è stata una impennata del 50%. Erano 106 da giugno a fine agosto nel 2009. Quest'anno sono 156. In parte è dovuto al fatto che c'è più urgenza di avere i soldi subito, il fatto di liquidare tutti gli stipendi a fine stagione è comune. Dall'altra, probabilmente, il datore di lavoro fa capire che quest'anno pagherà poco, se pagherà.

E i motivi di denuncia più frequenti quali sono?


Soprattutto i prospetti paga non corrispondenti alla realtà, cioè viene denunciata una cifra più bassa di quella che il lavoratore effettivamente percepisce, per pagare meno contributi. Il resto viene passato fuori busta, in nero. Poi c'è il fenomeno della retrodatazione. Il lavoratore comincia a lavorare ma viene assunto magari 15 giorni dopo. Anche qui il resto è tutto in nero. I giorni di mancato riposo e l'orario, anche se sono i casi più difficili da ricostruire perché ci dobbiamo basare sulle testimonianze dei dipendenti. Noi non abbiamo il potere di mettere mano ai cassetti del datore di lavoro per verificare se esista un registro delle paghe in nero.

E le realtà più problematiche?


Le riscontriamo negli hotel a di fascia media, i tre stelle. È difficile che una grande struttura faccia del nero spicciolo. Di solito i grandi hotel utilizzano agenzie di somministrazione del lavoro con contratti meno onerosi. Abbiamo assunzioni per esempio per facchini e poi li mettono a fare i camerieri o i cuochi. In questi casi per noi intervenire è più difficile perché le procedure sono più lunghe. Infatti preferiamo concentrarci su realtà più piccole dove i lavoratori sono direttamente dipendenti dell'hotel.

Sono poche secondo lei queste denunce?


Quando interveniamo sul posto di lavoro, di solito, il primo "avversario" è proprio il dipendente, che spesso dichiara il falso. Un po' per paura di perdere il posto, un po' perché a loro sta bene lavorare a certe condizioni. Soprattutto i lavoratori immigrati per quanto riguarda le condizioni di alloggio, orario e stipendio. In genere capiamo se qualcuno mente. Però agiamo con armi spuntate. I controlli risolvono solo parte della questione, è una catena che non si spezza così.


Mancano gli strumenti o le sanzioni sono troppo basse?


Le sanzioni sono state inasprite con la legge Bersani nel 2007. Ci sono multe salate per chi ha dipendenti in nero, compresa la sospensione dell'attività. Poi la maxisanzione, sempre del decreto Bersani: 3.000 euro di multa più per ogni lavoratore non in regola e 150 euro per ogni giorno di lavoro in nero. È un deterrente valido.

E allora, perché questa situazione?


In parte è una questione culturale, in parte economica. In Romagna la mentalità è rimasta quella della conduzione famigliare, con certi ritmi stagionali. Sia da parte del datore di lavoro che del dipendente che accetta certe condizioni. Dall'altra c'è il fenomeno degli hotel in affitto, che impone di fare utili.

Rimini è peggio del resto d'Italia?


Non oso fare confronti senza i numeri alla mano. Però la situazione qui si avvicina molto alle problematiche tipiche nel Sud Italia, realtà che conosco bene perché sono originario della Puglia. Ho conosciuto ragazzi venuti qui dal Mezzogiorno che speravano di trovare condizioni diverse di lavoro e di tutela e invece mi dicono delusi che qui "è peggio di giù". 'Il salto culturale, dagli anni '60 in poi, qui non c'è stato.

mercoledì 22 giugno 2011

martedì 21 giugno 2011